La moneta fiscale è un titolo di credito emesso dallo Stato, che conferisce al possessore il diritto di utilizzarlo per adempiere al pagamento delle tasse. La moneta fiscale viene chiamata anche certificato di credito fiscale, certificato di compensanzione fiscale, o più comunemente “moneta parallela”.
È considerata dai suoi proponenti come un mezzo per creare una moneta nazionale complementare all’euro, con lo scopo di generare nuova capacità di spesa senza generare debito e senza violare quanto previsto dai Trattati europei in materia di emissioni di moneta.
Moneta legale e moneta fiscale
La moneta fiscale si distingue dalla moneta legale per alcuni aspetti importanti.
La moneta legale è l’unico mezzo di pagamento con le seguenti caratteristiche:
- Obbligo di accettazione – il creditore non può rifiutare un pagamento effettuato con moneta avente corso legale, eccetto nei casi in cui le parti abbiano convenuto il pagamento con un mezzo diverso.
- Accettazione al valore nominale pieno – il valore è identico all’importo indicato.
- Potere di estinguere l’obbligazione di pagamento – corrispondendo banconote e monete aventi corso legale al creditore, il debitore estingue l’obbligazione di pagamento.
Nell’unione monetaria possono emettere banconote in euro la BCE (Banca Centrale Europea) e le BCN (Banche Centrali Nazionali) dei paesi membri.
Il Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea e il Regolamento EC/974/98 stabiliscono che le banconote e le monete in euro sono le uniche ad avere corso legale nell’unione.
Pertanto la moneta fiscale non potrebbe avere corso legale e non esiste un obbligo di legge che vincoli soggetti privati ad accettarla per ottemperare a obblighi di pagamento che nascono nelle transazioni fra privati.
Tale moneta sarebbe accettata con sicurezza solo dallo Stato per ottemperare agli impegni finanziari verso la pubblica amministrazione (tasse statali e locali, contributi, multe, etc.)
Casi storici di emissione di moneta fiscale
Emissioni di moneta fiscale sono avvenute molto raramente, in concomitanza con gravi crisi di liquidità dello Stato e con la conseguente impossibilità di finanziarsi tramite i mercati. I casi più citati sono la Germania nel 1933 e la California (più volte, di cui l’ultima nel 2009), entrambi molto particolari e da valutare in un preciso contesto storico ed economico.